Sergio Omassi

Il colloquio di lavoro, istruzioni per l’uso

Affronta il colloquio di lavoro nella maniera più funzionale possibile, per garantirti un buon risultato rispetto all’impressione che lascerai di te.
Colloquio di lavoro - UAW

Molte persone che devono affrontare un colloquio di lavoro, soprattutto se è la prima volta, si emozionano troppo e danno l’impressione di non avere una gestione di se stesse, cosa che viene letta dal selezionatore e non porta a nulla di buono.

Qualsiasi persona che incontriamo, si forma un’idea di noi che viene definita “prima impressione”, anche il selezionatore durante il colloquio di lavoro. La formazione della prima impressione è un processo molto rapido e avviene generalmente entro pochi secondi di interazione con una persona o una situazione. Vari studi indicano che può formarsi in meno di un secondo, alcuni suggeriscono che può richiedere fino a 5-10 secondi, e altri ancora parlano di 4 minuti. È importante sottolineare che non esiste un tempo esatto per formare una prima impressione e che può variare a seconda delle circostanze, delle caratteristiche specifiche dell’interazione e della cultura di chi vive l’impressione.

La “prima impressione”

Dal momento che lo scambio delle prime battute è minimo, a farla da padrona è la comunicazione non verbale, quindi, tutto ciò che esprimiamo con il corpo: dalla stretta di mano all’abbigliamento, dalle posture agli atteggiamenti che assumiamo, da come ci sediamo a come gesticoliamo, dallo sguardo all’espressione del viso, dal tono della nostra voce al suo volume e al ritmo.

Oscar Wilde sembra sia stato il primo a pronunciare la famosa e purtroppo vera frase:

Non c’è mai una seconda occasione per lasciare una buona prima impressione”.

Conoscendo un po’ di cose sulla comunicazione relazionale e non verbale, oggi ti offro alcuni tra i tantissimi suggerimenti che potrei darti per affrontare il colloquio di lavoro nella maniera più funzionale possibile, per garantirti un buon risultato sul piano dell’impressione che lascerai dietro di te.

Consigli e suggerimenti utili

L’abbigliamento

La scelta dell’abbigliamento per presentarsi a un colloquio di lavoro è fondamentale, perché sarà proprio questo a influenzare fortemente la prima impressione.

Il mio suggerimento è quello di coordinarti alla posizione per cui ti candidi, quindi, piuttosto elegante se si tratta di un posto di lavoro istituzionale; più rilassato, invece, se ti presenti, ad esempio, in un’agenzia di creativi.

In ogni caso una valigetta ventiquattrore, oppure una cartellina di documenti, è consigliabile ma è importante che non sia visibilmente piena di roba e soprattutto, che non ti presenti con altre cose in mano, poiché daresti l’idea di essere un individuo impacciato. Una valigetta troppo piena, magari non chiusa e con documenti strabordanti, può accendere l’impressione che tu sia una persona disorganizzata o disordinata.

Se porti una giacca, tienila abbottonata all’inizio, ma lasciando sempre aperto il bottone più basso e, quando ti accomoderai sulla sedia di fronte al selezionatore, abbi l’accortezza di sbottonarla del tutto, dal momento che questo gesto viene percepito intimamente come un gradevole segnale di apertura e di sicurezza in se stessi. 

L’attesa

Purtroppo, la prima fase di un colloquio di lavoro, prevede l’anticamera, che per molte persone particolarmente ansiose è una vera e propria stanza delle torture, nella quale inizia una sorta di disorganizzazione emotiva, che spesso viene osservata da chi dovremo incontrare e diventa un dato da valutare.

Ti consiglio di non sederti, nonostante chi è in reception ti inviti a farlo, e di assumere una posizione che faccia trapelare sicurezza, ad esempio mettendo le mani unite dietro la schiena, dondolandoti leggermente e lentamente sui talloni, e guardando fuori dalla finestra.

Evita di usare lo smartphone come passatempo, poiché non offre mai un’idea ottimale negli altri e ovviamente diventa un clamoroso auto-sabotaggio nel caso in cui parta un video a un volume alto o semplicemente si odano delle notifiche acustiche.

Piuttosto, se l’anticamera dovesse prolungarsi troppo, consiglio di avere un libro a portata di mano, di sedersi e di mettersi a leggerlo con interesse. Tutti usiamo lo smartphone, ma moltissime persone stimano di più chi legge un libro cartaceo.

Non consiglio un quotidiano, poiché la sua scelta denota una certa preferenza politica ed è meglio evitare di esporsi su tematiche così delicate e soggettive.

L’entrata

Quando finalmente ti chiamano, tieni a mente che il modo con cui entrerai nella stanza comunicherà agli altri come ti aspetti di essere trattato o trattata, quindi evita ogni titubanza, non dare l’idea di essere una persona impacciata, rimanendo in piedi sulla porta e magari esitando a entrare, perché non hai dodici anni e non stai entrando nell’ufficio del preside per un predicozzo.

Se chi ti accoglie è indaffarato, magari al telefono, oppure cerca qualcosa in un cassetto, tu procedi lo stesso e siediti, dando l’impressione di essere un soggetto sicuro di sé, abituato a non attendere troppo i comodi degli altri, perché conscio del suo valore.

La stretta di mano

Sulla stretta di mano potrei scrivere un articolo a parte, tanto è interessante e ricco l’argomento, ma ti ricordo alcuni punti salienti: se sei un maschio evita rigorosamente la stretta che stritola, evita il gioco di frusta, mantieni il contatto finché non percepisci che, per chi ti sta accogliendo, è sufficiente e, soprattutto, fai attenzione che i vostri palmi rimangano perpendicolari al pavimento.

Cerca di non permettere, se dovesse succedere, che l’altro giri la tua mano in posizione sottomessa, portando il suo dorso verso l’alto e il tuo verso il pavimento, ma evita giochi di forza e, piuttosto di farli, prendi atto che davanti a te c’è un individuo che vuole prevalere sugli altri, ma sta giocando in casa sua, quindi, lasciagli questa becera soddisfazione e spera che un domani non sia il tuo capo.

Se sei una donna offri una mano salda e, se sei vittima della sindrome da “gelida manina”, magari scaldala un po’ in sala d’attesa prima di entrare, perché non offre una buona impressione di te e dà l’idea di una persona timida e molto riservata.

Il colloquio

Una volta che avrai preso posto a sedere, evita di parlare troppo e attendi che ti vengano poste le domande, alle quali dovresti rispondere non superando mai i 30 secondi: a nessuno piacciono i monologhi!

È fondamentale che tu faccia una cosa, non appena hai preso posto: se la tua sedia è più bassa di quella del selezionatore, ruotala leggermente a 45 gradi, in modo da evitare la posizione frontale, poiché è competitiva, difensiva e favorisce situazioni oppositive. 

Se ti viene indicato un divanetto, evita di sprofondarti e rimani sul bordo, sempre orientandoti a 45 gradi, nei limiti del possibile, rispetto all’interlocutore. Rimanere seduti sul bordo della seduta è consigliabile solo se si tratta di un divano o di una poltrona nella quale rischi di scomparire, mentre se si tratta di una sedia, accomodati occupando tutta la seduta, altrimenti dai un’idea precaria, di persona insicura.

Durante il colloquio evita di gesticolare troppo e anche gli accomodamenti sulla sedia, cerca di mantenere una posizione tranquilla e stabile, come quella che hanno le persone di un certo spessore culturale.

Fai attenzione a non tamburellare con le dita, a non far sussultare una gamba, infatti, molti selezionatori sono istruiti a notare questi scarichi tensionali e a farsi un’idea di te come di una persona che ha difficoltà a gestire le sue emozioni.

Può capitare che il selezionatore riceva una telefonata e, se non è una persona sensibile, si metta a parlare per qualche minuto al telefono, ignorandoti. Anche in questo caso non estrarre lo smartphone e non metterti a controllare le e-mail o i messaggi. Ancora una volta si dimostra utile il libro: prendilo in mano e immergiti nella lettura, in attesa che il selezionatore si liberi. Anche un’agenda cartacea è ottimale, da sfogliare come per controllare i successivi appuntamenti del giorno o della settimana.

So che potresti pensare, soprattutto se sei giovane, che sia un lavoro immane tenere a bada quanto ti ho suggerito, ma avendo spesso bazzicato le fasi di selezione del personale come osservatore e consulente esterno, ti garantisco che soprattutto le aziende più strutturate si avvalgono di selezionatori che notano anche ciò che potresti considerare un’inezia, quindi è meglio, nei limiti del possibile, ridurre al massimo le sbavature per ottenere il posto.

Potresti anche pensare che porre tutta questa attenzione al proprio comportamento significa non essere spontanei, ma ti ricordo che, in certe situazioni, soprattutto quando abbiamo un obiettivo da raggiungere, è meglio essere strategici piuttosto che spontanei.

Sede Legale
Via Padana Superiore, 161D
25005 Ospitaletto (BS) Italia

P.IVA: IT04294020401
CF. 91160190400
Incitement © 2023